Ergonomia negli ambienti di lavoro di ufficio
14 apr, 2016 / da: Dott.ssa Scaletta | Letto : 2188 volte | N. commenti : 0

Ergonomia negli ambienti di lavoro di ufficio

Per ergonomia intendiamo un insieme di studi, scienze e tecniche che hanno come obiettivo il corretto adeguamento funzionale tra l’uomo e l’ambiente in cui vive o lavora.

Le procedure operative generali per la conduzione in salute e in sicurezza di attività di ufficio, come attività di segreteria o di receptionist, trovano nell’ergonomia le risposte e le regole necessarie.
Il fine degli studi ergonomici è porre in atto una corretta progettazione e fruizione di ambienti e attrezzature di lavoro. Le norme ergonomiche di comportamento generale devono essere osservate da tutti i lavoratori, e devono prendere in esame specificamente l’ambiente di lavoro, i componenti di arredo, le attrezzature e le apparecchiature da ufficio (fotocopiatrici, scale portatili, videoterminali) e i rischi ad esse correlati. Fondamentale nell’ergonomia ambientale sono le condizioni di salute e benessere nell’ambiente ufficio, quali la qualità dell’aria, il microclima, il rumore e l’illuminazione.

Rischi generali
Molti piccoli incidenti o infortuni che accadono negli uffici, durante le normali attività, sono provocati dall’utilizzo scorretto o disattento di forbici, tagliacarte, temperini od altri oggetti taglienti o appuntiti o per movimentazione errata dei carichi. 
Ad esempio è da evitare l’abitudine di riporre oggetti appuntiti o taglierini privi di protezione, o sollevare oggetti pesanti e/o ingombranti, risme di carta, scatoloni, imballi vari, in modo scorretto (esposizione a infortuni o patologie muscolo-scheletriche). 
Tra le modalità e le cause di infortunio troviamo:

–  Urti contro le ante degli armadi e i cassetti delle scrivanie e degli schedari lasciati aperti dopo il loro utilizzo.
– Caduta di materiale disposto in modo disordinato e non razionale sui ripiani degli armadi o sulle mensole, ovvero caduta delle mensole per eccessivo carico.
–  Cadute per utilizzo “improprio” di sedie o dei ripiani delle scaffalature.
– Ribaltamento di scaffalature non opportunamente fissate al muro o di schedari non provvisti di dispositivi che impediscano la contemporanea apertura di più cassetti.
– Cadute per urti contro attrezzature posizionate nelle aree di passaggio o per scivolamento sul pavimento bagnato ovvero eccessivamente incerato.

Postazione di lavoro

La postazione deve essere sufficientemente spaziosa con dietro uno spazio minimo di 115 cm e con una superficie di almeno 2 metri quadrati per muoversi liberamente con la sedia.

Tronco: regolare lo schienale della sedia a 90°-110° e posizionarlo in altezza in modo tale da sostenere l’intera zona lombare. Il supporto lombare va regolato a giro vita ed ovviamente la schiena deve essere mantenuta costantemente appoggiata allo schienale.

Gambe: le gambe vanno tenute piegate a 90° regolando l’altezza del sedile. I piedi devono poggiare comodamente a terra ed ove necessario su apposito poggiapiedi.

Avambracci: appoggiare gli avambracci nello spazio che deve rimanere libero tra la tastiera e il bordo tavolo (15 cm).

Lo schermo: deve essere facilmente orientabile ed inclinabile, posizionato frontalmente all’utilizzatore ad una distanza dagli occhi pari a 50:70 cm; il margine superiore deve essere posizionato leggermente più in basso rispetto all’orizzonte ottico dell’utilizzatore.

Tastiera e Mouse: la tastiera deve essere mobile inclinabile e indipendente dallo schermo, deve essere posizionata frontalmente al video ad una distanza dal bordo della scrivania di almeno 10:15cm; deve possedere una superficie opaca, tasti facilmente leggibili e un bordo sottile e sagomato. Si raccomanda che l’altezza della 3ª fila di tasti (fila centrale) non superi i 30 mm e che l’inclinazione di questa sia tra 0° e 25° rispetto all’orizzontale. La configurazione del mouse deve adattarsi alla curvatura della mano.

Il piano di lavoro: deve avere una superficie poco riflettente; essere di dimensioni tali da permettere una disposizione flessibile dello schermo, dei documenti e del materiale accessorio, deve permettere di posizionare la tastiera ad almeno 15 cm di distanza dal bordo, deve possedere una profondità tale da assicurare una corretta distanza visiva dallo schermo di almeno 50:70 cm, essere stabile e di altezza, fissa o regolabile, indicativamente fra 70 e 80 cm; deve avere uno spazio idoneo per il comodo alloggiamento e la movimentazione degli arti inferiori e per infilarvi il sedile (largo 160 cm x 90 cm fondo, raccomandato 180cm x 180cm).

Il sedile della sedia: deve essere stabile, confortevole e non rigido, con bordi rotondeggianti, avere libertà di movimento con altezza e profondità regolabile. Deve avere una base di appoggio di almeno 50 cm di diametro, avere cinque punti di appoggio con ruote e possibilità di movimento se necessario. La seduta dovrà avere una dimensione di 50 cm di larghezza e di 46 di lunghezza.

Lo schienale: deve essere regolabile sia in altezza che in inclinazione con il sostegno per almeno la zona lombare, non dovrà essere troppo morbido e realizzato con un rivestimento in tessuto ignifugo.

Complementi: riposa braccia (non rigidi, larghi almeno 6 cm e con lunghezza da inizio dell’avambraccio alla mano) e riposa piedi (antiscivolo, 35 cm profondità, 45 cm di larghezza e inclinazione di 5-15°).
Accessori: il telefono, il fax, la stampante ecc..si devono collocare sui mobiletti o nelle parti che non risultano utili per lavorare. Se abbiamo cassettiere mobili e spaziose si possono utilizzare come appoggi fuori dal perimetro del tavolo di lavoro. Sopra il tavolo devono starci solo i documenti utili al lavoro che stiamo eseguendo, gli altri vanno in archivi o armadi.

Consigli utili per evitare disturbi muscolo-scheletrici
– Assumere una postura corretta di fronte al video, con i piedi ben poggiati al pavimento e la schiena poggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l’altezza della sedia e l’inclinazione dello schienale.
– Posizionare il video di fronte, in modo tale che il margine superiore dello schermo sia posto alla stessa altezza o un po’ più in basso rispetto agli occhi, in modo tale da favorire una posizione 
naturale del collo.
– Posizionare la tastiera frontalmente allo schermo, in modo da evitare frequenti spostamenti del capo e torsioni del collo.
– Posizionare la tastiera ad una distanza dal bordo della scrivania di almeno 10:15 cm, in modo da poter poggiare comodamente gli avambracci ed alleggerire la tensione dei muscoli del collo e delle spalle.
– Evitare durante la digitazione e l’utilizzo del mouse irrigidimenti delle dita, dei polsi e per quanto possibile posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati.

Condizioni di salute e benessere nell’ambiente ufficio

Qualità dell’aria indoor
Per “aria indoor” si intende quella presente negli ambienti confinati non industriali (abitazioni, uffici, ospedali, scuole, ecc.); essa è caratterizzata dalla presenza di sostanze di varia natura che provengono sia dall’interno degli edifici che dall’esterno.
Gli inquinanti presenti nell’aria indoor possono essere generati da più fonti, ognuna delle quali di difficile identificazione e non particolarmente dominante, in modo sia occasionale che continuativo. Oltre agli inquinanti troviamo la possibilità di contrarre patologie (a carico principalmente dell’apparato respiratorio) come alveoliti allergiche, infezioni da rickettsie, da virus e funghi, o problematiche come l’asma bronchiale e la febbre da umidificatori. Queste patologie sono caratterizzate da una bassa incidenza fra gli occupanti, la patogenesi è di tipo allergico o tossico-infettiva e le manifestazioni non si risolvono rapidamente abbandonando il luogo di lavoro.

Microclima
Il microclima è l’insieme dei parametri fisici climatici (temperatura, umidità relativa, velocità dell’aria) di un ambiente confinato, più correlato alle caratteristiche costruttive dell’ambiente stesso che alla potenza termica dissipata dalle apparecchiature presenti (es. videoterminali); un microclima incongruo è spesso indicato dai lavoratori presenti in un ufficio che viene riconosciuto quale principale fonte di disagio.
La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori.
 Nei locali confinati l’aria deve essere frequentemente rinnovata; qualunque sia il sistema adottato per il ricambio dell’aria, si deve evitare che le correnti colpiscano direttamente i lavoratori addetti a postazioni fisse di lavoro.
Le finestre, i lucernai e le pareti vetrate devono essere opportunamente schermate con sistemi di oscuramento che attenuino la luce diurna.
Le attrezzature di lavoro presenti negli uffici non devono produrre un eccesso di calore che possa essere fonte di disturbo per i lavoratori.

Benessere termico
Il benessere termico è una sensazione soggettiva, quella situazione in cui il lavoratore non è costretto ad attivare i propri meccanismi di termoregolazione (sudorazione, brividi) per mantenere costante la temperatura interna del corpo.
E’ evidente che tale situazione dipende dall’attività svolta (dispendio metabolico), dal tipo di vestiario indossato (impedenza termica) e da sensazioni puramente soggettive influenzabili da parametri ambientali quali la temperatura, la velocità dell’aria e l’umidità relativa.
Temperatura dell’aria: tra 17° e 27°.
Estate: 23°-27°
Inverno: 17°-24°

Rischi di un microclima non corretto
In un ambiente confinato sono individuabili alcuni fattori che influenzano e favoriscono il proliferare di contaminazioni microbiologiche:
• presenza di tappezzeria, tendaggi, moquette;
• presenza di legno, colle e resine;
• presenza di bacini d’acqua (deumidificatori, acqua di condensa, vapore acqueo);
• fattori ambientali (Temperatura > 26°C; U.R. > 65%).

I rischi per la salute derivanti da un microclima incongruo possono essere riassunti in:
• secchezza delle mucose con insorgenza di processi infiammatori delle vie respiratorie;
• dolori muscolari per temperature basse e velocità dell’aria elevata;
• fenomeni irritativi per esposizione individuale ad inquinanti indoor (formaldeide presente negli arredi, materiale da costruzione e finitura; fumo passivo);
• dermatiti, eruzioni cutanee, affezioni delle vie respiratorie ed infezioni agli occhi di origine microbiologica derivante dal contatto diretto con attrezzature comuni d’ufficio (telefono, PC, condizionatori portatili), qualora non periodicamente sottoposte a pulizia o disinfezione.

Rumore
Il rumore è una situazione acustica sgradevole, non voluta che infastidisce e che può alterare o impedire l’ascolto di segnali utili del proprio ambiente confinato.
Il livello di rumore emesso in un ufficio è dovuto all’uso delle apparecchiature elettromeccaniche, elettroniche e di telecomunicazione installate nei luoghi di lavoro come stampanti, fax, fotocopiatrici, PC e telefoni che determinano bassi indici di rumore.
Rilevazioni effettuate da organismi preposti hanno confermato livelli di rumorosità tali da non turbare l’attenzione e la comunicazione verbale dei lavoratori.

Al momento dell’allestimento dei posti di lavoro, comunque, occorre tener presente il livello di rumore emesso dalle attrezzature, al fine di non dar luogo a perturbazioni dell’attenzione e della comunicazione verbale dei presenti influenzabili anche da fonti di rumore ambientale esterno dovuto alla circolazione veicolare. Si ritiene che il livello ideale di rumorosità in un ufficio non debba superare i 60-65 dBA.
Occorre tenere presente, a titolo di confronto, che la normativa specifica e la letteratura scientifica in materia fissano convenzionalmente in 80 dBA il limite di esposizione professionale giornaliera a rumore al di sotto del quale è ragionevole considerare che non sussistano rischi di ipoacusia da rumore.

Rischi rumori molesti e alti
I livelli di rumorosità registrati negli uffici non sono, di norma, causa di danni uditivi, ma possono contribuire a far insorgere disturbi classificati “extrauditivi”, con interessamento, a vari gradi e livelli, dell’apparato cardiovascolare, gastroenterico, endocrino e nervoso centrale. Occorre sottolineare, comunque, che il rumore, a differenza degli altri fattori inquinanti, termina al momento in cui cessa la fonte che lo emette e pertanto non permane nell’ambiente confinato.

Illuminazione
Negli uffici la maggior parte delle informazioni trattate è di natura visiva; l’occhio è dunque uno degli organi maggiormente sollecitati. Per evitare l’insorgere di stati di malessere, di problemi alla vista e di affaticamento mentale, l’illuminazione deve adeguarsi qualitativamente ad ogni tipo di operazione eseguita. La luce naturale, per quanto fondamentale, non è sufficiente a garantire in un luogo confinato un’adeguata illuminazione, in quanto subordinata a diversi fattori, tra cui l’ora della giornata, le stagioni, le situazioni meteorologiche e la stessa realizzazione architettonica del locale. In caso di carente illuminazione naturale occorre pertanto supplire con una corretta illuminazione artificiale.
L’illuminazione di un ambiente confinato deve quindi svolgere fondamentalmente tre funzioni:
• consentire lo svolgimento dell’attività ed il movimento in condizioni di sicurezza;
• consentire lo svolgimento del compito visivo in condizioni di prestazioni ottimali;
• garantire un ambiente interno confortevole.

Consigli utili per evitare disturbi visivi
Illuminare correttamente il posto di lavoro, possibilmente con luce naturale, mediante la regolazione di tende o veneziane e con luce artificiale adeguata (lampade al neon prive di sfarfallio dotate di schermi protettivi antiriflesso); 
posizionare il video in modo da avere le finestre né di fronte né di spalle e l’illuminazione artificiale al di fuori del campo visivo; 
orientare ed inclinare lo schermo per eliminare, per quanto possibile, riflessi sulla superficie; 
assumere la postura corretta di fronte al video in modo tale da assicurare una distanza occhi- 
schermo pari a 50:70 cm; 
distogliere periodicamente lo sguardo dal video e fissare oggetti lontani, al fine di ridurre l’affaticamento visivo; 
durante le pause ed i cambiamenti di attività previsti, è opportuno non dedicarsi ad attività che richiedano un intenso impegno visivo; 
curare la pulizia della tastiera e della superficie del video; 
utilizzare gli eventuali mezzi di correzione della vista, qualora prescritti.

Rischi di una scorretta illuminazione
Un’illuminazione insufficiente o un abbagliamento diminuiscono l’acuità visiva favorendo l’affaticamento, l’assunzione di posture scorrette, l’aumento della possibilità di errore. In tali condizioni i lavoratori lamentano disagi o disturbi (mal di testa, bruciore agli occhi, lacrimazione) e tendono ad avvicinarsi all’oggetto del loro impegno visivo con conseguente assunzione di posture scorrette ed insorgenza di disturbi a carattere dell’apparato osteomuscolare.

Conclusioni
Predisporre un ambiente di lavoro idoneo per le figure professionali prese ad esempio richiede una conoscenza ben dettagliata dell’ergonomia in tutte le sue caratteristiche e campi di applicazione, per tale motivo l’esperto di ergonomia dovrà essere sempre più coinvolto nella realizzazione degli ambienti di lavoro al fine di ridurre i rischi derivanti da un uso improprio degli spazi e degli strumenti negli ambienti di lavoro.





0 Commenti

Scrivi il tuo commento

avatar man Uomo avatar man Donna